CONCEDERSI "PECCATI DI GOLA" SENZA INGRASSARE? ATTENTI ALLA FAME EMOTIVA!

In questo articolo ti parlerò della cosiddetta “FAME EMOTIVA”, perché è questa la tipologia di FAME che ci porta ad ingrassare!

E chiunque, almeno una volta nella vita, l’ha sperimentata!

 

Pensaci. Ti è mai capitato di utilizzare il cibo come ricompensa, gratificazione o per tirarti su di morale dopo una delusione lavorativa, sportiva o sentimentale?

Ti è mai capitato di utilizzare il cibo per colmare un vuoto dato dall’assenza di obiettivi?

 

È capitato a tutti, in un momento di “down”, stress, noia e mancanza di obiettivi, di cercare conforto nel cibo, e spesso i cibi prescelti a svolgere questa funzione sono detti comfort food, ovvero cibi gustosi che per qualche istante ci fanno provare piacere; il cibo, infatti, da sempre è la gratificazione più immediata che ha il potere istantaneo di “coprire” le emozioni.

 

L’assunzione di cibo, in questi casi, non è legata al bisogno di nutrirsi bensì deriva da un desiderio di appagamento e gratificazione, allora la voglia di cibo si presenta come un improvviso vuoto che si fa fatica ad ignorare ed assorbe tutta la nostra attenzione finché non viene soddisfatta.

 

Il problema nasce nel momento in cui OGNI VOLTA che si è di fronte ad un’emozione spiacevole (rabbia, tristezza, frustrazione, ansia) si ricorre al cibo come unico modo conosciuto per tentare di stare meglio; quando si perde il controllo di ciò che si mangia, sia in termini di quantità sia di qualità, allora è il caso di rivolgersi ad un professionista psicologo per apprendere modalità alternative di gestione delle emozioni.

 

A tal proposito una domanda che, di frequente, mi sento rivolgere è: “ma come? Per stare a dieta mi serve lo psicologo?” A volte, Si!

Quando ciò che ci spinge a mangiare è la FAME EMOTIVA, infatti, non è sufficiente rivolgersi ad un nutrizionista e farsi prescrivere una dieta.

In certi casi, per riuscire a mantenere uno stile alimentare sano, è necessario affiancare alla dieta l’apprendimento di strategie mentali utili a soddisfare il vero bisogno che sta alla base della fame emotiva che può essere la difficoltà a raggiungere un obiettivo, un momento di confusione/insoddisfazione personale o la mancanza di motivazione.

Il rischio, altrimenti, è di abbandonare la dieta nel giro di poco tempo.

 

 

Scrivo questo articolo in un periodo di emergenza sanitaria in cui il pericolo di approcciarsi al cibo guidati dalla FAME EMOTIVA è molto alto, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini, non soltanto di forma fisica, ma anche e soprattutto di salute e benessere mentale. 

 

MA, COME FACCIO A DISTINGUERE LA FAME EMOTIVA DALLA FAME FISICA?

La fame emotiva, rispetto al reale bisogno di nutrimento, ha alcune caratteristiche distintive che ci permettono di distinguerla con facilità:

 

. È improvvisa e urgente, a differenza della fame fisica che invece insorge gradualmente, la fame emotiva spesso ci interrompe mentre stiamo svolgendo un’altra attività e se non soddisfiamo questa voglia non riusciamo a pensare ad altro;

 

. Ci porta a mangiare in modo eccessivo e sregolato; spesso, spinti dalla fame emotiva, non assaporiamo neppure il sapore del cibo ma lo ingurgitiamo velocemente;

 

. Ci spinge a cercare i “comfort food” (ad esempio i dolci, i carboidrati, cibi molto calorici);

 

. Per quanto mangiamo abbiamo la sensazione di non essere mai soddisfatti, ci sembra di non avere mangiato nulla e ciò ci spinge a cercare ancora qualcos’altro da mangiare; questo accade perché in realtà ciò che ci spinge a mangiare non è il bisogno di cibo bensì l'esigenza di far fronte ad un’emozione;

 

.Subentra il senso di colpa subito dopo aver mangiato.

 

 

UN CONSIGLO UTILE PER FAR FRONTE ALLA FAME EMOTIVA

Abbiamo detto che, a volte, ciò che ci spinge a mangiare sono le emozioni percui, il primo passo, è dedicare del tempo all’ascolto del proprio corpo, dei pensieri e degli stati d’animo che ci passano per la mente nel momento presente.

 

Ogni volta che sentiamo fame io consiglio di aspettare 10 minuti prima di aprire la dispensa e, in quei 10 minuti, dedicarsi all’ascolto di sé stessi per cercare di capire se è il corpo che richiede cibo o la mente?

"È fame fisica o fame emotiva quella che provo? Cosa stavo facendo e cosa stavo pensando prima di sentire il bisogno di mangiare? Come mi fanno sentire questi pensieri? Mangiare è davvero la risposta che sto cercando? Facciamo finta che ho già mangiato, come mi sentirei dopo? Soddisfatto oppure in preda al senso di colpa?"

 

Per far fronte alla fame emotiva è fondamentale, infatti, disattivare il pilota automatico “ho fame- mi fiondo a cercare cibo- mangio” per inserire uno spazio di consapevolezza fra lo stimolo della fame e la risposta (cioè mangiare); in questo modo mi do il tempo di capire ciò di cui realmente ho bisogno in quel momento, evitando abbuffate che mi farebbero solo sentire peggio.

 

è il tuo corpo che ti dirà quando e come mangiare, basta imparare ad ascoltarlo dedicando al momento dei pasti la giusta attenzione!

 

Per approfondimenti sul tema ti invito a guardare questo video:

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=altG14IBDYI

 

 

Dott.ssa Claudia Maffi