· 

L'allenamento mentale come supporto nella crescita del giovane atleta

Quando un allenatore di una squadra ciclistica incontra una psicologa dello sport e ad accumunarli è la passione per lo sport e il desiderio di accompagnare nella crescita i giovanissimi atleti, la collaborazione che ne deriva non può che sfociare in un progetto entusiasmante.

 

Domenico Fagoni (classe 1972) è ad oggi il vicepresidente del Team MTB Italia e dal 2013 veste il ruolo di allenatore della S.C. Mazzano, una società ciclistica di cui fanno parte ben 25 bambini dai 6 ai 12 anni d’età. 

 

In un mondo, quello dello sport, in cui ancora oggi si nutre non poca diffidenza nei confronti della psicologia sportiva, Domenico coglie l’importanza di lavorare sulla MENTE fin da quando il ciclista è ancora un bambino ed è per questo che ha deciso di avvalersi della mia collaborazione nell’allenamento dei suoi giovani allievi.

 

Domenico, da ex ciclista ed oggi allenatore, quanto conta per te la testa nello sport?

"In ogni prestazione l’80% lo fa la testa!

 

Ho visto atleti, sia adulti sia bambini, veramente forti in allenamento e con enormi potenzialità che poi però di fronte alla gara guardando gli altri corridori, che ritenevano essere più forti di loro, perdevano sicurezza.

Io voglio che i miei bambini imparino a stare concentrati su di sé e  prima sulla prestazione che non sul risultato".

 

E così da quest’anno hai deciso di avvalerti della mia collaborazione, vuoi raccontare ai lettori di solobike cosa ti ha spinto ad inserire una  psicologa dello sport nell’allenamento dei tuoi bambini?

"La consapevolezza che LA MENTE quando è usata bene può davvero fare la differenza e l’ho sperimentato in prima persona più volte, prima fra tutte nel 2015 quando ho rischiato la vita perché colpito da ischemie multiple: durante la riabilitazione ho sperimentato come il nostro atteggiamento mentale di fronte alle difficoltà FA’ LA DIFFERENZA e può cambiare l’esito di ogni prestazione, questo vale sia nello sport come nella vita.

 

 

È questo il messaggio che sto cercando di passare ai miei bambini e per farlo ho deciso di chiedere l’aiuto ad una professionista che applica la psicologia nel mondo dello sport, la Dott.ssa Claudia Maffi."

"Tanti atleti, i bambini ma anche ciclisti adulti, tendono troppo spesso ad ingigantire i problemi, ad arrendersi MENTALMENTE di fronte alle difficoltà ed agli imprevisti e questo modo di pensare non li aiuta, anzi! Indebolisce ancora di più! È la reazione MENTALE di fronte agli eventi, soprattutto quelli negativi (come una caduta o una sconfitta) che fa’ la differenza tra una prestazione mediocre ed una soddisfacente performance.

 

Io voglio allenare i miei bambini alla RESILIENZA, voglio che imparino ad utilizzare la loro mente come leva per motivarsi, per rialzarsi dopo le cadute e per superare le paure che a 6 anni ci sono eccome.

 

I miei bambini sentono l’ansia pre- gara come i grandi e con la dott.ssa Maffi stiamo lavorando per metterli nella condizione di utilizzare la loro mente per andare oltre la paura."

 

Puoi raccontarci cosa stanno imparando i tuoi  bambini durante le sedute di mental training?

"In questo momento i miei bambini stanno apprendendo il “Training Autogeno” una tecnica di autodistensione che, attraverso l’ausilio di fiabe e visualizzazioni mentali, allena i bambini a trovare dentro di sé una dimensione di calma per affrontare con più serenità l’avvicinamento alle gare.

 

I miei bambini sentono tanto l’ansia pre- gara e io voglio che imparino ad assumere un approccio mentale diverso di fronte alla competizione, voglio che imparino a gestire le loro paure .

 

Durante le sedute di training autogeno i bambini hanno appunto uno spazio in cui possono parlare delle loro paure con l’obiettivo di prepararsi ad affrontarle ed acquisire così maggior sicurezza in sé stessi."

 

 

Da quando hai inserito le sedute di training autogeno nell’allenamento dei tuoi bambini hai visto dei cambiamenti in loro?

"Si, vedo dei miglioramenti. Li vedo più sereni, più allegri e stanno iniziando a superare le loro paure, si mettono in gioco di più, li vedo più sicuri.

 

Io stesso sono cambiato come allenatore da quando sono diventato consapevole dell’enorme aiuto che può dare la mente quando è ben gestita.

 

Molti allenatori, tutt’oggi, sottovalutano l’importanza della psicologia applicata allo sport, io invece da quando mi sono aperto a questo mondo sono migliorato anche nel mio ruolo di coach.

 

Ora sono meno “duro” con i bambini e più attento ai  loro bisogni: ho capito che a volte una parola detta al momento giusto vale più di ogni allenamento per spronarli a dare il massimo.

 

Nei primi tempi in questo ruolo facevo solo l’allenatore, cioè puntavo esclusivamente a prepararli fisicamente, ora invece mi definisco prima di tutto un “educatore” attento a preparare i bambini anche e soprattutto mentalmente.

 

Può sembrare banale ma solo nell’ultimo anno ho capito che i bambini rendono di più in allenamento se lo vivono come un gioco: va bene che ci sia l’impegno, tuttavia se le ripetute gliele proponi sotto forma di sfida tra compagni i bambini la vivono come un gioco e non semplicemente come uno scatto di 400 metri e così imparano divertendosi."

 

 

Proporre gli allenamenti, anche quelli più duri, sotto forma di gioco consente a Domenico di preparare i bambini della squadra ad affrontare le competizioni con i loro coetanei senza tuttavia stressarli e caricarli di aspettative; troppi bambini infatti ad oggi abbandonano precocemente lo sport per questo motivo, perché sottoposti a stress mentali notevoli per l’età.

 

Quando attorno al bambino le aspettative verso il risultato prevalgono sul suo bisogno di crescita e azzerano così ogni forma di divertimento, l’ansia e lo stress  rischiano di allontanare definitivamente i giovani dal mondo dello sport.

 

 "Dalla collaborazione  con la dott.ssa Maffi mi aspetto anche dei consigli per svolgere ancora meglio il mio ruolo di allenatore" spiega Domenico "Saper gestire la comunicazione con i piccoli infatti è fondamentale e la collaborazione con una psicologa dello sport anche da questo punto di vista aiuta molto".

 

 

Tu e i bambini avete creato anche la vostra routine pre- gara di gruppo. La vostra squadra ad occhi esterni sembra molto unita.

"Non è che sembra, noi siamo uniti! È una famiglia la nostra. Una famiglia di cui fanno parte anche i genitori dei bambini e guai se non ci fossero loro.

 

A volte sento dire che i genitori dei piccoli atleti portano solo problemi, non i genitori della S.C Mazzano! È fondamentale avere anche la collaborazione dei genitori per aiutare i giovani atleti a crescere e sviluppare un adeguato atteggiamento mentale.

 

 

È importante che i genitori imparino, come me, a valorizzare anche i piccoli risultati del bambino e non parlo di classifica ma parlo di premiare l’impegno a mettersi in gioco e a superare le proprie paure, cosa che non sempre si traduce in una vittoria, ma sono comunque conquiste e successi che vanno premiati, soprattutto a questa età."

Grazie Domenico per aver parlato del nostro progetto e per avere condiviso il tuo pensiero e la tua filosofia di allenamento con i lettori del mio blog.

 

 

Dott.ssa Claudia Maffi