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LO STATO MENTALE CHE ACCOMPAGNA LA PRESTAZIONE OTTIMALE

“Un atleta che riesce a indirizzare i suoi pensieri in positivo

sarà sempre capace di fornire la sua migliore prestazione,

starà nello stato di Flow”

(M. Csikszentmihalyi, 1990)

 

Fu lo psicologo ungherese Mihàly Csikszentmihalyi il primo ad utilizzare il termine “Flow” (Flusso) per descrivere quello STATO MENTALE in cui la prestazione atletica sembra scorrere da sé, in cui l’atleta si sente completamente immerso nel gesto atletico, tutto viene spontaneo e naturale con la percezione che nulla potrà andare storto.

 

Le sensazioni descritte da Csikszentmihalyi, associate allo stato di Flow, corrispondono a quelle sperimentate dagli atleti durante le loro MIGLIORI PRESTAZIONI, ciò significa che questo stato mentale favorisce la messa in atto di performance ottimali.

 

Il Flow non è una condizione mentale esclusiva degli atleti d’èlite e dei professionisti dello sport, bensì è uno stato mentale che chiunque può sperimentare, indipendentemente dal livello e dallo sport praticato.

 

MA COME SI RAGGIUNGE QUESTA PREZIOSA CONDIZIONE MENTALE che tanti atleti definiscono anche “stato di grazia”?

 

Lo psicologo Csikszentmihalyi spiega che sono ben 9 LE CONDIZIONI che predispongono gli atleti a sperimentare lo stato di Flow ed in questo articolo le ripercorreremo insieme, una ad una, anche attraverso le testimonianze di alcuni top biker:

 

1.L’atleta percepisce equilibrio fra la sfida e le proprie capacità di farvi fronte. C’è chi si avvicina alla gara con timore, pieno di dubbi circa le proprie capacità e chi invece guarda alla gara come ad una sfida per cui si è preparato, focalizzando le abilità in proprio possesso. 

2. Fusione tra azione e consapevolezza. La mente pensa ciò che il corpo agisce, simultaneamente ed in perfetta sincronia. “Sembra quasi di avere inserito il pilota automatico che ti porta verso l’arrivo..” racconta Samuele Porro, ex campione italiano marathon nell’anno 2014- 2015.

 

3. Obiettivi chiari. Il biker ha ben chiaro in testa ciò che vuole e, passo dopo passo, nella sua testa realizza questa immagine… e il corpo, di conseguenza, non può che realizzare gli ordini impartiti dalla mente!

 

4. feedback espliciti ed immediati. Il biker è perfettamente in grado di interpretare le sensazioni che provengono dal proprio corpo, questo gli permette di monitorare in modo naturale le proprie azioni nel corso della gara.

 

5.concentrazione sul compito. Il biker presta attenzione ed è pronto a cogliere solo le informazioni rilevanti che provengono dall’ambiente esterno a sé e dal percorso di gara. 

 

Anche questo concetto è ben spiegato dalle parole di Samuele Porro "“Credo che in quei momenti la mia testa sia talmente libera che non sia io a concentrarmi su cosa pensare, ma è lei a scegliere.”

 

 

 

6.Senso di controllo. Durante gli stati di Flow la sensazione sperimentata dall’atleta è quella di procedere quasi senza sforzo nell’azione, la padronanza sui gesti e sull’azione è completa. “Provo uno stato di onnipotenza.. sento di poter affrontare ogni ostacolo o difficoltà in completa scioltezza…” ci spiega il campione italiano marathon in carica Juri Ragnoli.

7. Mancanza di autocoscienza. Nella testa del biker non c’è spazio per dubbi, critiche e pensieri connotati negativamente, esiste solo il momento presente, istante dopo istante.

 

In gara ogni pensiero esterno si annulla..” ci spiega Mara Fumagalli, la forte biker del team Polimedical FRM “Non penso mai a quello che può succedermi prima o al termine delle gara.. quando sono in sella sono talmente concentrata da riuscire ad annullare tutto il resto..”

 

8. Percezione spazio- tempo alterata.  “Quando sono in bici, anche in gara, il tempo vola..” ci spiega Mara Fumagalli; a maggior ragione quando l’atleta sta sperimentando uno stato di flow la percezione dello scorrere del tempo risulta distorta, così durante la prestazione ad alcuni biker pare che il tempo scorra troppo velocemente e, ad altri, più lentamente.

 

9. Esperienza piacevole. Durante lo stato di Flow il divertimento e la dimensione del piacere prevalgono sulla percezione della fatica e del dolore; Juri Ragnoli descrive così la dimensione del piacere sperimentata in questi frangenti “essa è data dalla soddisfazione piena dei propri obiettivi prestazionali in quel momento.. senti che non hai nulla da chiedere di più a te stesso”.

 

 

E tu, in gara hai mai sperimentato uno stato di Flow? Ti sono famigliari le sensazioni descritte da questi atleti? Se hai domande o curiosità su questo, o altri articoli del mio blog, contattami!!

 

Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)