Jenny Rissveds, ve la ricordate questa bellissima ragazza dal sorriso contagioso che, dopo una stagione agonistica ricca di soddisfazioni, vinse la medaglia d’oro alle olimpiadi di Rio de Janeiro nella specialità di mtb cross country?
Questa stessa ragazza si è poi allontanata dalle competizioni a causa di un malessere personale, i giornali parlarono di “depressione”; la Rissveds stessa raccontò ai media di non stare bene e di sentire l’esigenza di prendersi del tempo per sé stessa, scelta che comportò l’abbandono dalle competizioni.
O almeno, fino a pochi giorni fa.
Dopo più di un anno Jenny Rissveds è tornata in pista pochi giorni fa, in sella alla sua Scott Spark RC, Jenny ed ha vinto il campionato nazionale svedese.
“Il mio corpo e la mia mente mi hanno detto che ero pronta per tornare al lavoro” queste le parole dell’atleta svedese riportate nell’articolo di pianetamtb.it https://www.pianetamountainbike.it/rubriche/51283-notizie-di-colore-e-cronaca-sul-mondo-della-mtb/54791-jenny-rissveds-ritorna-in-sella-e-lavora-verso-nuovi-obiettivi-domenica-ce-stato-un-nuovo-inizio
“Il mio corpo e la mia mente hanno lavorato insieme in modo sano, riportandomi ad un nuovo inizio.”
E cosa più importante, afferma la Rissveds: “come priorità ci sono sempre io”; Concetto che sembra scontato, ma che poi tanto scontato non è!
Infatti ci vuole coraggio, quando si è sulla “cresta dell’onda” e mentre la squadra, il mondo dei tifosi e i media si aspettano il massimo da te, per decidere di abbandonare questo mondo mettendo al primo posto la propria salute.
Jenny Rissveds, quando decise di ritirarsi dalle competizioni, aveva capito che la sua mente ed il suo corpo non stavano più lavorando in modo sano e, si sa, quando ciò avviene la prestazione ne risente e lei non era più, evidentemente, nelle condizioni al momento per performare al suo meglio.
Non solo, l'atleta Svedese non si divertiva più! Sentiva che in quel momento non erano le gare, non era la bici, ciò di cui aveva bisogno.
Quando mente e corpo non collaborano c’è sempre una motivazione di fondo e prendersi il tempo per ascoltarsi e per capire cosa sta accadendo dentro di sé non è da tutti!
Molti atleti preferiscono ignorare questi segnali, non si ascoltano, preferiscono restare nei soliti schemi, nell’esecuzione quasi automatica di tabelle di allenamento senza rendersi conto di quanto i segnali derivanti dalla propria mente influiscano sull’esito delle prestazioni.
Il pensiero principale di molti atleti, nei momenti di difficoltà, consiste invece nel non fermarsi per non perdere l'allenamento tanto faticosamente conquistato, tutto il resto (salute psico- fisica compresa, purtroppo!) a volte passa in secondo piano.
Credo sia questa la vera malattia!
Il coraggio di lasciarsi alle spalle i successi ottenuti, il coraggio di sopportare le parole spesso “pesanti” dei giornali e dei media, il coraggio di affrontare la delusione di alcuni tifosi, il coraggio di lasciare una vita conosciuta per rimettersi in gioco è roba da veri campioni dello sport!
Certi giornali affermano: “La Rissveds ha perso la bussola decidendo di concentrarsi solo su se stessa e sul suo recupero personale” … ecco, è questo il problema! Da quando in qua “pensare a se stessi e al proprio recupero personale” significa avere perso la bussola?
Pensare questo, a parer mio, è il primo passo verso l’infelicità e l’insoddisfazione personale, nelle performance e nella vita!
Complimenti alla Rissveds per avere trovato il coraggio di mettere sé stessa e la sua salute personale al primo posto e se le competizioni agonistiche sono effettivamente la strada che questa forte atleta svedese vorrà intraprendere le auguro di riuscirci, ma senza perdere mai di vista sé stessa e le sue esigenze personali.
Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)